giovedì 22 gennaio 2015

IL CONSIGLIO DI STATO CI HA DETTO DI NO.

COME IMMAGINO SAPRETE IL CONSIGLIO DI STATO HA DECISO DI NON ACCOGLIERE LA NOSTRA RICHIESTA DI SOSPENSIVA. QUESTO NON INFICIA ASSOLUTAMENTE LA NOSTRA BATTAGLIA CHE CONTINUA. VI LASCIO IL COMMENTO DELL'ARCHITETTO GIUSEPPE BOATTI CHE CON ME HA SEGUITO PASSO PASSO LA VICENDA. E PRESTO UNA RIUNIONE DEL COMITATO PER DECIDERE IL FUTURO.
Lorenzo Croce
presidente AIDAA e portavoce del comitato

Cari amici,
il Consiglio di stato, con propria ordinanza, ha respinto l’appello proposto dal comitato, dando via libera alla prosecuzione dei lavori in via Mac Mahon.
L’ incredibile motivazione, di pochissime righe, non prende nemmeno in considerazione le nostre precise  obiezioni di natura tecnica e giuridica (il progetto definitivo sviluppato senza preventiva diagnostica, la mancanza di certificazione tecnica delle prove di stabilità degli alberi, il conflitto di interesse dell’impresa cui sono affidate, l’esistenza di alternative non invasive per la sostituzione dei binari e soprattutto l’età dei filari superiore a settant’anni, che avrebbe dovuto porli automaticamente sotto la tutela della Sovrintendenza). Il consiglio di stato ci dice soltanto: nessun pericolo perché gli alberi abbattuti verranno sostituiti con altri nuovi.
Dove abbiamo sbagliato nel nostro ricorso? Dovevamo forse spiegare ai Consiglieri di Stato la differenza tra un ramoscello e un albero monumentale? Non credo, trattandosi di persone di alta cultura. Ma pensandoci e ripensandoci meglio, forse una spiegazione si trova. Abbiamo probabilmente trascurato le conseguenze della durata media della vita dei consiglieri di stato. Essa, come è noto, è di circa mille anni. Ora, in rapporto a tale durata, i settanta anni necessari affinché i giovani virgulti di olmo ripiantumati raggiungano il valore paesaggistico di quelli che il Comune segherà, costituiscono un tempo di attesa più che accettabile. Ecco perchè, secondo il Consiglio di stato, non esiste periculum! Dovevamo pensarci prima, accidenti! Certo che, d’altro canto, i Consiglieri di stato dovrebbero cercare di immedesimarsi maggiormente nel punto di vista dei comuni cittadini di breve vita. Altrimenti che senso avrebbe continuare a mantenere, con le nostre tasse, la Suprema Magistratura?
Esaurita l’informazione e anche lo sberleffo, vengo al pratico.
Vogliamo manifestare? Forse si. Ma adesso o è una bella manifestazione o è inutile farla. Per questo chiederei di pronunciarci tutti sul se, sul dove e sul come, prima di decidere ed organizzare qualcosa.
Buona giornata,
Beppe

giovedì 15 gennaio 2015

OGGI DECIDE IL CONSIGLIO DI STATO


Oggi si riunisce il consiglio di stato in merito alla vicenda degli olmi di Mac Mahon per discutere della nostro ricorso contro la decisione del TAR della Lombardia che aveva rigettato la nostra proposta di sospensiva dei lavori. Da quanto ci ha comunicato il nostro avvocato milanese Danilo Scarlino comunque non si avrà subito notizia della decisione del Consiglio di Stato che avrà tempo alcuni giorni per dire se abbiamo ragione noi o il comune di Milano. Quindi incrociamo le dita ed aspettiamo le decisioni del consiglio di Stato sperando che siano comunque favorevoli ai nostri Olmi. Appena avremo l'ufficialità della decisione la comunicheremo sia attraverso questo blog che attraverso la stampa.

martedì 13 gennaio 2015

OLMI: DOPODOMANI E' IL GIORNO DEL VERDETTO


Milano - Roma (13 gennaio 2015) - Dopodomani, giovedi 15 gennaio, si discute in consiglio di Stato il ricorso promosso dal Comitato Civico TUTELA OLMI DI VIA MAC MAHON, dall'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente - AIDAA e dall'Associazione 5 stelle per la Legalità avverso la decisione del Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia che in prima istanza NON aveva accolto la richiesta formulata dai tre soggetti promotori e da un gruppo di cittadini residenti nella zona di Via Mac Mahon di sospendere i lavori previsti su via Mac Mahon, lavori che a detta dei soggetti ricorrenti mettono a rischio la tenuta del viale alberato. Ora il consiglio di stato dovrà dire l'ultima parola sulla richiesta di sospensiva che se accolta vedrà ATM e Comune di Milano costretti a rivedere il progetto tenendo conto delle proposte sottoscritte da migliaia di cittadini con le quali si chiede che i lavori di miglioramento della sede tramviaria e stradale non mettano assolutamente a repentaglio gli olmi presenti da oltre settantanni in Mac Mahon, cittadini riuniti in comitato che hanno per questo presentato delle controproposte. Resta inoltre inspiegabile il silenzio del comune ed in particolare del sindaco e dell'assessore Maran che non hanno risposto alla richiesta dei  comitati di portare in consiglio di zona il progetto esecutivo dei lavori per la richiesta di un parere vincolante. 

sabato 10 gennaio 2015

SE IL 15 VINCIAMO ROTA E MARAN SI DEVONO DIMETTERE.

PREMETTO CHE SI TRATTA DI UN MIO PERSONALE CONVINCIMENTO.LORENZO CROCE
caro rota se perdi devi andare a casa. 
Ci siamo, mancano davvero pochi giorni alla data del 15 gennaio quando il Consiglio di Stato dovrà valutare la nostra richiesta di sospendere i lavori su via Mac Mahon obbligando cosi ATM e comune di Milano a rivedere in meglio il loro progetto cosi come da noi suggerito. Siamo davvero ad un punto di svolta, con il comune che sta prendendo in giro la sua stessa maggioranza del consiglio di zona 8 che rischia di fare una figura barbina se non saranno date attuazioni alle proposte contenute nella delibera del consiglio di zona, a partire dalla nomina dell'agronomo di riferimento fino alla non discussione preventiva del progetto definitivo. Ma queste sono cose che esulano dalla nostra visuale, sono questioni interne (anche se non secondarie) che da come si stanno sviluppando non fanno che dare ragione a noi ed al nostra decisione di combattere la guerra fino in fondo contro questo progetto e contro chi questo progetto lo ha voluto, votato, sostenuto e finanziato. In primis il presidente di ATM Rota e subito a ruota l'assessore ai trasporti Maran. Questi due personaggi qualora il 15 dovessimo aver ragione noi, dovrebbero avere un sussulto di dignità e lasciare le loro cariche e tornare a lavorare non so bene se in fonderia o in cantiere Expo come manovali, in quanto non ci sarebbero altre soluzioni, semmai avessero un po di dignità politica prima ancora che morale. Ma si sa il cadreghino piace e quando il deretano ci si attacca difficilmente si riesce a farlo staccare, anche se ci sarebbero i presupposti in caso di nostra vittoria al Consiglio di Stato per "manifesta incapacità". 

domenica 4 gennaio 2015

GLI OLMI DI MAC MAHON

ricevo e volentieri pubblico dall'architetto ROBERTO RECALCATI.
Un po di storia non guasta mai


GLI OLMI DEL MAC MAHON

«una di quelle case che poco prima della guerra eran venute su tra il fondo del Mac Mahon e la Bovisa; niente più di un piano, tre locali e qualche metro d’orto-giardino sul davanti»
Giovanni Testori, La Gilda del Mac Mahon

Di fronte a un crescentedisinteresse, nutrito di disinformazione forzata, per il destino del patrimonio culturale considerato meno “nobile” e dunque meno celebrato, vorrei segnalare, e invitare fortemente i lettori ad appoggiare, una causa che potrebbe fare da apripista per molte altre e diventare una sorta di laboratorio sperimentale di pensiero e riflessione sul bene comune, al di la di ogni possibile retorica. Mi riferisco alla battaglia intrapresa dal “Comitato civico difesa olmi di via Mac Mahon Milano” che si è costituito per impedire il taglio indiscriminato degli alberi della via.
L’antefatto è quanto di più prevedibile si possa immaginare: le radici degli olmi che fiancheggiano la tramvia mettono a rischio la stabilità dei binari che devono essere sostituiti quindi la soluzione più ovvia è quella di eliminare quegli olmi e sostituirli con nuove piante, magari con radici meno invasive. Il tutto chiaramente senza interpellare i cittadini o porsi domande scomode circa l’eventuale valore (storico, culturale, ambientale, paesaggistico, estetico, d’affetto, climatico, erotico etc.) di quelle piante o di eventuali possibilità alternative.
Indicativo del disinteresse di ATM per il rispetto dell’architettura vegetale costituito dai due filari che caratterizzano i due kilometri di via Mac Mahon è il fatto che è stata bandita un’unica gara d’appalto per il progetto esecutivo e per l’esecuzione dei lavori e che di conseguenza sarà il direttore lavori a decidere per ogni singolo albero (non si sa poi con quali criteri e competenze). Questo significa una totale rinuncia da parte del “pubblico” di ogni progettualità e decisione che sarà invece tutta nelle mani dell’impresa vincitrice (quella che costerà di meno).
Quello che salta all’occhio in questa situazione è la separazione dei ruoli nelle questioni urbane, un’assurda contrapposizione tra chi si occupa ad esempio di trasporti e viabilità e chi invece si dovrebbe (e non lo fa) occupare di beni ambientali, come se questi beni fossero qualcosa di esclusivamente legato all’aspetto estetico dei luoghi e non al loro senso e significato nella storia, ma soprattutto nella vita, delle città e dei loro cittadini. Questa contrapposizione di esigenze e priorità non può che portare, soprattutto in periodi di crisi e ristrettezze, alla perdita di quei luoghi che non offrono un riscontro monetizzabile immediato dato dal loro “aspetto” così poco mediatico.
Non dobbiamo dimenticare che gli olmi di via Mac Mahon si trovano li da più di sessanta anni, sono testimoni muti, e in qualche modo protagonisti della vita di un quartiere centrale della poetica di Giovanni Testori, uno dei più grandi scrittori del Novecento italiano, che tra quelle case, la ferrovia e tutto un microcosmo di luoghi e persone, ha ambientato la sua seconda raccolta di racconti La Gilda del Mac Mahon.

sabato 3 gennaio 2015

MA CHE FINE HA FATTO IL CONTRATTO A PESTALOZZA?

quanti di loro si salveranno?

Il comune di Milano ci sta prendendo in giro? O meglio il comune di Milano sta prendendo in giro la sua stessa maggioranza ed il consiglio di zona 8? Le domande sorgono spontanee dopo che abbiamo saputo che al 31 dicembre 2014 non era ancora stato firmato il contratto di "alta sorveglianza"  sui lavori per le alberature di VIA Mac Mahon previsto dalla delibera del consiglio di zona ed affidato all'agronomo dottor Alessandro Pestalozza indicato proprio dal CDZ, (nonostante le assicurazioni date dal presidente della commissione ambiente nell'ultima riunione risalente al 16 dicembre secondo il quale il contratto era una formalità che doveva arrivare in tre o quattro giorni e quindi prima di Natale).Ora speriamo che si confermi che le motivazioni che hanno portato al ritardo del contratto siano come sostenuto dalle parti semplicemente di natura tecnica, ma la paura che il comune di Milano nelle persone del suo sindaco e del suo assessore ai trasporti Maran ci stiano prendendo in giro per l'ennesima volta è dietro l'angolo. Ora mi chiedo che valore ha un contratto di alta sorveglianza firmato quando la prima parte dei controlli sugli alberi è già avvenuta? E per inciso parlo dei controlli di trazione.Sarà anche vero che il Pestalozza, sulla cui professionalità ed onestà intellettuale  possiamo mettere la mano sul fuoco in queste settimane ha interloquito in cantiere, ma senza alcun contratto la sua voce ha valore pari a zero. Ora ci aspettiamo delle risposte, la prima è quella alla nostra lettera inviata al sindaco con la quale chiediamo che il consiglio di zona esprima un parere vincolante sul progetto esecutivo. La seconda riguarda la vicenda di Pestalozza. E la terza il numero di alberi che saranno tagliati e se gli stessi saranno tagliati per questioni legate ai binari e non per questioni legale al manto stradale. Nel frattempo il 15 gennaio il consiglio di Stato deciderà sulla nostra richiesta di sospendere i lavori per fare chiarezza. Non entro nel merito delle possibili decisioni, ma come vi dissi un anno fà: "Io del comune di Milano non mi fido per niente" E SPERO DAVVERO DI TUTTO CUORE DI AVER SBAGLIATO. MA HO PAURA DI AVER AVUTO RAGIONE.